martedì 11 marzo 2008

I giornali di Ciarrapico

Volevo aggiornare questo blog non così frequentemente, così da non dover sparare le "cartucce" tutte in un colpo, ma i nostri amici politici purtroppo per noi non perdono un giorno per... dimostrare la loro voglia di anti-democrazia.

"Noi dobbiamo fare una campagna elettorale e si deve vincere. L'editore Ciarrapico ha giornali importanti a noi non ostili ed è assolutamente importante che questi giornali continuino ad esserlo visto che tutti i grandi giornali stanno dall'altra parte"

Parole, nemmeno a dirlo, di Silvio Berlusconi, candidato premier con il Popolo Della Libertà. E dire che in principio volevo dedicare un post di questo blog al sig. Ciarrapico, convinto sostenitore del ventennio fascista nelle "gioie e nelle sofferenze" (parole dell'interessato), poi un argomento più attuale ha fatto passare in secondo piano il felice passato di questo personaggio.

Già dai tempi di Montanelli direttore del "Giornale" si era ben capito cosa Berlusconi intendesse per giornalismo: se tu sei padrone di un giornale, di una televisione o quant'altro, allora i tuoi dipendenti devono per forza di cose sostenerti, parlare bene di te e portarti culturarmente al trionfo politico.

Oggi (o ieri, poco importa...), questo signore ha finalmente spiegato al pubblico queste cose, per la prima volta esponendole chiaramente attraverso quella pur semplice frase lunga non più di venti parole, mostrando così il vero volto del politico Silvio Berlusconi: il giornalista secondo l'ometto è prima di tutto un tuo dipendente, 
e quindi prima della verità "vera" deve venire narrata la verità "padronale"...

...come se io, operaio, non mi fossi potuto candidare sindaco del mio paese perchè dall'altra parte della barricata c'era il mio padrone.


p.s. Signor Candidato Veltroni, invece di dire quelle ovvietà come risposta alla comunque censurabile frase di Berlusconi, perchè non tiri fuori le palle e non spieghi al popolo ignorante che il sig. Berlusconi ed il sig. Ciarrapico sono due politici "incostituzionali", e quindi non eleggibili?

2 commenti:

Jacopo ha detto...

Vecio, hai ragione su tutto, non c'è altro da dire...
Anzi, qualcos'altro c'è: non votando o lasciando la politica non è che le cose migliorino, anzi!

E io la vedo così: votare è diritto e dovere, altre volte era stato addirittura un piacere...quest'anno no!

Mandi caro, alla prossima!

Saimas ha detto...

votare è diritto e dovere, altre volte era stato addirittura un piacere...quest'anno no!

Questa frase è bellissima e sinceramente la condivido pure io, però sai bene quanta fatica stò facendo per farmene una ragione... non lo so, per la prima volta aspetterò la vigilia prima di decidere...